21 dicembre 1975
VIVONO IN SUPERFICIE
Figlio, scrivi:
" In Lui siamo, in Lui viviamo, in Lui ci muoviamo! " Quanti pregiudizi nelle vostre anime in merito alla mia reale presenza in tutte le cose. Ho detto: in tutte le cose.
Sono infinito: ovunque tu giungi, non dico con il tuo corpo, ma con la tua anima, là Io sono.
Per questo ho detto: " Cammina alla mia presenza e sarai perfetto ".
Ci si può sottrarre alla presenza di Dio? Lo credettero stoltamente Adamo ed Eva che si nascosero dopo aver consumato il loro peccato; lo pensano molti uomini, molti cristiani nell'atto di consumare il loro peccato. Lo pensa perfino qualche mio sacerdote.
Quanta stoltezza e cecità! Nessuno può sfuggire allo sguardo di Dio. " In Lui siamo, in Lui viviamo, in Lui ci muoviamo ". Non senti, figlio mio, la presenza di Me, Verbo di Dio, Uno e Trino, nella tua anima?
Tutto da Dio
Se gli uomini usassero meglio le facoltà del loro animo, penetrando con la riflessione questa stupenda realtà divina, quanto bene ne trarrebbero. Ma gli (p. 102) uomini oggi non pensano; pochi sono quelli che meditano. Vivono in superficie.
Ricordate: Non solo " in Lui siamo, in Lui ci muoviamo, in Lui viviamo " ma tutto ciò che abbiamo, lo abbiamo da Lui.
Non da noi ci siamo dati la vita, non noi ci siamo dati la fede, non noi ci siamo dati la vita soprannaturale della Grazia, non noi ci siamo dati la Chiesa: tutto da Dio, tutto da Dio!
Ma molti cristiani e sacerdoti usano e abusano dei doni di Dio come se si trattasse di cose loro, di loro proprietà ed è così che sovvertono l'ordine naturale, morale e spirituale stabilito da Dio.
Solo l'uomo, creatura intelligente, creato con atto di amore infinito, per essere il fedele interprete dell'universo e rendere lode e grazie a Dio, si trasforma in un elemento di disordine.
Pensa, figlio, se gli astri un giorno qualsiasi uscissero dalla loro orbita e si mettessero a camminare per conto loro, quale cataclisma avverrebbe negli spazi !
Agli uomini è stata data intelligenza, volontà, libertà, non per creare il caos (come l'hanno creato e ben più grande di quello di Babele). Disordine nella loro vita fisica, disordine morale e spirituale, disordine personale e familiare, disordine sociale, disordine mondiale... (p. 103)
Figlio, anche i ciechi possono constatare questa realtà prodotta con diabolica tenacia, dagli uomini di questa generazione perversa. Disordine anche nella mia Chiesa, disordine nella vita di molti miei sacerdoti!...
Gli uomini di questo secolo, anziché seguire il logico percorso della natura, della ragione e della fede, anziché guardare alla stella luminosa posta da Dio per diradare le tenebre di questo mondo e rendere più facile e più sicuro il cammino verso il raggiungimento del loro fine, hanno invertito l'ordine e l'armonia stabiliti da Dio.
Quale sarà, figlio mio, la conseguenza di questo disordine di proporzioni inaudite e che non ha riscontro in tutti i mali dei secoli passati?
Il cataclisma sarà su misura delle cause che l'hanno provocato.
Non si illudano...
Non si illudano gli uomini. Abbandonando Dio, bontà infinita, si sono lasciati sviare dalle potenze dell'Inferno, dagli spiriti pervertiti, correndo verso la loro rovina, creando disordine e caos come non fu mai, distruggendo l'ordine prestabilito da Dio.
Dio è l'ordine, e nel suo ordine l'uomo trova la pace in terra, preludio e germoglio della sua felicità eterna. (p. 104)
Gli uomini di buona volontà debbono collaborare. Debbono collaborare con Me i vescovi i sacerdoti e i buoni cristiani per ristabilire l'ordine morale semidistrutto dal peccato, e uniti nell'amore e nella penitenza, portare a Dio le anime a Lui strappate.
I mezzi per questa collaborazione, che Io chiedo a tutti i miei figli, sono come sempre:
Fede, Speranza e Carità; prudenza e giustizia fortezza e temperanza. Sono la preghiera, i sacramenti e la penitenza esteriore ed interiore.
Usate i mezzi sicuri, collaudati da tutti i Santi!
Credete, amate, sperate senza misura e sarete prodigiosamente fecondi.
Figlio mio, ti benedico, voglimi bene. Non dubitare mai. Io sono fedele alle mie promesse. (p. 105)