23 novembre 1975
LE GRANDI VERITA'
Dalle labbra della Sapienza è uscito il monito: " Meditare novissima tua et in aeternum non peccabis ".
Lo Spirito Santo ha voluto porre dinnanzi alle vostre anime quattro grandi realtà:
Morte - Giudizio - Inferno - Paradiso.
Dunque si muore.
Questa della morte è una realtà concreta, una realtà di cui indirettamente fate esperienza quotidiana: un giorno farete anche l'esperienza personale.
Ebbene, figlio, potrebbe sembrare non vero, ma in realtà nessuno se ne cura; si vive più o meno allegramente, come se non si dovesse morire.
Chi è che conduce gli uomini, i cristiani, i sacerdoti a dimenticare il monito dello Spirito Santo, quello di riflettere sulla morte, dalla morsa della quale nessuno potrà sfuggire?
E' Satana! Sempre lui che circuisce l'anima umilia con le sue astuzie e seduzioni, con le sue menzognero: Sicut leo rugiens quaerens quem devoret.
Siete stati messi in guardia. (p. 36)
Vi è stato detto che ruggisce, ma non vi può mordere se non nel caso che voi vi esponiate volontariamente ai suoi tiri.
Su questo argomento disponete di tanta luce. Le Sacre Scritture, la vita dei Santi e dei Martiri è tutta una storia di lotte tremende tra l'uomo e il Principe delle tenebre. Ricordate l'Angelo di Tobia che libera Sara, e mille altri episodi.
L'Angelo custode
In questa lotta, a fianco dell'uomo che Io non ho voluto solo, perché altrimenti la lotta sarebbe stata impari, ho messo un mio Angelo, un Angelo sempre pronto ad intervenire ogni qualvolta ne è richiesto.
Purtroppo l'incredulità fa sì che pochi ricorrano a lui.
Quante volte i miei Angeli, vostri custodi, sono costretti dalla incredulità umana alla passività quasi assoluta! Quante volte sono costretti a ritirarsi per non assistere allo scempio che l'uomo fa di se stesso!
Povero uomo che vai brancolando nelle tenebre, quando Io ti ho tracciato una strada di luce!...
Mezzi di difesa? Ma sono tanti!
Ci sono i Sacramenti, i Sacramentali, la preghiera. Ma nessun mezzo vale quando l'anima (p. 37) è nel buio, e oggi moltissime anime sono nel buio più profondo. La mancanza di fede porta tenebre nelle anime.
Se non farete penitenza
La più grande crisi di fede, dalla creazione dell'uomo ad oggi, è l'attuale.
Un formalistico costume di vita cristiana fa illudere molti di essere sulla giusta via. Parecchi sacerdoti credono di essere sulla giusta via, come 1o credevano i sacerdoti, gli scribi e i farisei nei tempi in cui Io fui sulla terra, nella mia visibile Umanità.
In tutti i tempi e in tutti i luoghi. la lotta tra il bene ed il male porta lo stesso immutabile sigillo.
Se l'umanità atea di oggi non si alza in piedi e non cerca di scuotere la polvere e il fumo che ne annebbia l'anima, in gran parte perirà.
Non saranno i sarcasmi e le ironie degli pseudoteologi, dei sacerdoti insipienti e superbi, non saranno le arti dei manipolatori di corruzione in tutti i settori della vita privata e pubblica, ad evitare le rovine che l'uomo stoltamente sta provocando.
Dillo forte che il tempo è contato; gridalo forte, come Giona: " Se non farete penitenza, perirete ".
Dillo forte che Dio non si può irridere impunemente. (p. 38)
Gridalo forte che l'ora delle tenebre non è voluta da Dio ma dagli uomini stessi.
Gridalo forte che la Madre mia tanto ha fatto per allontanare dal mondo la catastrofe.
Ricordali a tutti: Lourdes, Fatima e mille altri interventi, molte volte soffocati proprio per opera di coloro il cui compito era quello di giudicare con maggior obiettività e minor rispetto umano. Hanno avuto paura del giudizio del mondo...
Qui sta la loro colpa: non la verità, ma se stessi hanno messo davanti. E ora parlano solo della Misericordia di Dio e non delle loro responsabilità.
Anche nel pronunciarsi su questi messaggi, ancora una volta verrà rifiutata la luce?...
Io li voglio tutti salvi, ma essi oppongono resistenza. Amano l'oscurità. Nelle tenebre periranno.
Tu non temere; continua ad essermi fedele. Sei nel mio cuore e qui nessuno non ti potrà toccare, neppure sfiorare.
Ti benedico, figlio mio; voglimi bene e cammina diritto davanti a Me. Sono la Via che molti si rifiutano di battere. (p. 49)