29 maggio 1976

PROFESSIONISMO SACERDOTALE

 

Sempre salve le debite eccezioni, l'attuale impostazione della azione pastorale non è quella voluta da Me.

L'attuale pastorale è terribilmente contagiata da gravi mali, di cui uno è il professionismo. Essa viene considerata alla stregua di qualsiasi altra professione

Non potrebbe essere altrimenti, perché è carente la Fede, che dà l'impronta all'azione. La Fede sta all'azione come il motore dell'automobile sta alla carrozzeria. Ci sono motori di diversa potenza e carrozzerie di diversa portata. Se il motore è inefficiente, la carrozzeria è inutile e rimane ferma.

Guardateli i Sacerdoti di questa generazione, guardateli nei loro atteggiamenti! Che differenza notate tra la loro foggia di vestire, tra il modo di comportarsi e di parlare e il comune modo di vivere del popolo?

Quanti motori spenti, soprannaturalmente parlando! Potremmo dirli motori inutili, anzi nocivi per il Corpo Mistico di cui sono parte così importante.(p.41)

Vi è una differenza tra il professionismo del Sacerdote non santo e il comune professionismo dei laici: quello del Sacerdote si ammanta d'ipocrisia, cosa che generalmente non avviene nel professionismo dei laici.

Fede, speranza e amore, le tre virtù infuse, nei sacerdoti dovrebbero brillare di fulgore tutto particolare, essendo così intimamente unite da formare un tutt'uno, quello che si chiama vita di Grazia. Invece...

Di conseguenza, se il Sacerdote manca di fede, manca anche di speranza, cioè della molla essenziale per far superare le innumerevoli difficoltà che la vita pastorale comporta, per cui ecco cadute, scandali e miserie, depressione morale e spirituale fino alla apostasia.

Quanti hanno apostatato! Quanti che, pur non avendo apostatato, sventuratamente sono rimasti come rami secchi nel Corpo Mistico, tumori contagiosi per tante anime, causa non di salvezza ma di perdizione!

Quali terribili catene tengono legati questi sventurati sacerdoti al nemico del Sacerdozio!

 

Senza amore

Professionismo freddo, infecondo e ipocrita quello del sacerdote senza fede, senza speranza e senza amore.

Dinnanzi alle sofferenze di quelle (p.42) anime, di cui è padre, non ha che parole vuote di convenienza e prive di qualsiasi efficacia, parole senza anima.

Le parole uscenti dal sacerdote in comunione con l'Eterno Sacerdote, sono parole di vita. Permeate di quella unzione ed efficacia che hanno le parole del Sacerdote santo, divengono balsamo capace di lenire le sofferenze di tante persone.

Il Sacerdote professionista non è in grado di fare una diagnosi delle anime sofferenti per colpa del Maligno, a cui fra l'altro non crede.Il suo animo è arido, e l'aridità è impotente per i mali dello spirito, quando questa è colpevole, come in molti sacerdoti di questa generazione incredula.

Quale è l'atteggiamento da tenersi con questi sacerdoti ?

Sono i piú sventurati fra gli uomini e, nonostante tutte le apparenze contrarie, meritano di essere aiutati sia con la preghiera e con l'offerta a Dio delle proprie sofferenze, sia con linguaggio rispettoso e prudente, sincero e realistico.

Bisogna far sentire, far giungere al loro cuore sentimenti di vera amicizia e fraternità.

Non sanno più, forse non l'hanno mai saputo, di essere creature umane e divine insieme, fatti (p.43) partecipi della Vita, del Sacerdozio, del potere mio, Cristo Gesù.

Non sanno di essere l'Uomo di Dio, da Dio prescelto per la salvezza eterna delle anime che ha redente con il sacrificio dell'Unigenito Figlio.

Non sanno di essere l'Uomo di cui han bisogno le anime per essere lavate, purificate, santificate nel Mio Sangue.

Non sanno di essere l'oggetto conteso da infinito Amore e da sconfinato odio.

Prega figlio, ripara e benedici, per aiutarli a spezzare le catene che li tengono legati nella piú orribile schiavitù.

Ti benedico; voglimi bene.(p.44)